E forse un giorno capiremo dove sta la verità
Un testo impegnato e poetico sfiora i profili di due fratelli, che si fondono e si confondono. Apparentemente uno è ai margini del mondo e non sembra soddisfare i requisiti imposti dall'esterno, mentre l'altro sta "alla destra del padre" secondo gli schemi canonici del lavoro e della società.
Nella realtà dei fatti, però, la cravatta "giallo vomito", il "mutuo trentennale" e la cupa quotidianità d'ufficio - senza il cielo né il respiro - potrebbero appartenere all'uno, all'altro e a tutti noi. Viene da chiedersi allora dove sta la verità.
La metafora del "fratello", d'altra parte, ricorre in alcuni dei capolavori della canzone d'autore italiana. Si pensi a opere come Mio fratello che guardi il mondo di Ivano Fossati e Mio fratello è figlio unico di Rino Gaetano, poi reinterpretata e fatta propria dagli Afterhours di Manuel Agnelli.
È questo ultimo titolo in particolare che richiamano certe parole, mentre affiorano dai versi nella parte finale del pezzo, urlate con il graffio nella gola proprio come faceva Gaetano: sfruttato, disgregato, umiliato...
Fratello sacrificale è il secondo singolo tratto da DIRUPI, il disco di debutto del cantautore di Varese Alessandro Cerea, classe 1995, che qui mette il pianoforte, il synth, la chitarra elettrica e soprattutto la sua voce calda, a guidare l'incontro fecondo tra il testo e l'elettronica, tra il cantautorato e la contemporaneità indie.
Ad impreziosire il lavoro ci sono la batteria di Giordano Rizzato, il mastering di Max Lotti e in conclusione la produzione curata insieme a Giorgio Berti e Giuliano Dottori, che si è occupato anche del mix. Il risultato è il ritratto sonoro di un dilemma cruciale della nostra attualità.
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La recensione Fratello sacrificale di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-10-03 14:26:12
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