Long play stratificato su tensioni rock e profondità d'autore, che conferma quanto di buono sta sviluppando questo progetto
Sugli sgoccioli dell'estate, la dea del velo pietoso torna a farsi sentire chiudendo il cerchio attorno la recente stagione creativa; il risultato è "verde acido", long play diffuso in forma indipendente.
Sono in tutto nove gli episodi che rimpolpano l'elaborato complessivo, per un disco che si muove con disinvoltura fra approcci d'autore, introspezioni e sonorità da rock alternativo. L'impianto argomentativo si sviluppa attorno gli ossimori che caratterizzano l'esistenza, dove le categorie bene/male finiscono per semplificare, probabilmente in maniera eccessiva, le tante sfumature e zone di mezzo che la vita contempla, ogni giorno e nel mentre di circostanze sempre nuove. Completate le premesse, la prova d'ascolto produce sensazioni convincenti, perché l'artista di Borgomanero prende a piene mani dai decenni passati solo per plasmare un registro espressivo emancipato, vivo grazie a soluzioni stilistiche dall'evidente personalità.
Attenzione verso i dettagli, visione lucida su come trasmettere i propri messaggi: attraverso queste due direzioni si giunge alle fondamenta che hanno permesso di edificare "verde acido", un album che non ha nulla da invidiare a proposte altisonanti e (in taluni casi) oggetto di aspettative malriposte. L'invito è di continuare a fare musica con questo approccio e voglia di fare, perché ci sono tutte le premesse per posizionarsi in modo felice nel panorama italiano, lontano da fuorvianti lustrini.
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La recensione verde acido di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-09-11 15:11:36
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